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L'ANNUNCIO DI GESÙ CRISTO NELL'AMAZZONIA ORIENTALE
Aspetti storici e prospettive pastorali         Indice


Cap. III

SINODI E DOCUMENTI ECCLESIALI DELL'AMAZZONIA


III.1 Congresso eucaristico a Manaus

III.2 Congresso eucaristico a Belém

III. 3 Sinodo dell'amazzonia 1972

III. 4 Sinodo dell'amazzonia 1997


I tre elementi che evidenziano il periodo dal 1950 al 1968 per la Chiesa in Amazzonia sono:

  • lo sforzo collegiale dei vescovi della regione;

  • il riconoscimento della situazione di sottosviluppo dell'area e il pronto intervento per un'azione sociale ed economica integrata;

  • la ricerca di una pastorale adattata alla realtà, per ottenere una presenza sempre più efficace della Chiesa in loco.

Nel 1892, infatti, vi era una sola diocesi in tutta l'Amazzonia e poi, nel 1952, siamo passati a due arcidiocesi e a decine di circoscrizioni ecclesiastiche.

Ogni circoscrizione o prelatura è stata consegnata alla cura pastorale di una congregazione religiosa o istituto missionario differente.

Ciò ha comportato inizialmente una azione pastorale "di ognuno fa per sé".

La nascita della CNBB, nel 1952, ha influenzato fortemente i vescovi dell'Amazzonia e promosso un lavoro pastorale sempre più collegiale.

 

III.1. Congresso eucaristico a Manaus

La loro prima riunione avviene in occasione del II Congresso eucaristico di Manaus, convocato dall'allora nunzio apostolico nel Brasile, mons. Carlo Chiarlo e sotto gli auspici dell'Azione Cattolica brasiliana.

La dichiarazione degli allora prelati mette in risalto l'importanza del I incontro :

"Responsabili spirituali dell'Amazzonia, una volta che siamo stati nominati, per mercede di Dio e della Santa Sede apostolica, ad assumere le rispettive arcidiocesi e prelature, sentiamo la necessità di riunirci, come di fatto lo abbiamo fatto in Manaus dal 2 al 6 del corrente, con la finalità, insieme, di articolare un piano di valorizzazione spirituale per la valle amazzonica e di analizzare, insieme la collaborazione che possiamo o dobbiamo fare al piano di valorizzazione economica per la nostra immensa area, metà, per lo meno, nella superficie del Brasile". (7)
Come frutto dell'incontro i prelati hanno presentato degli impegni molto concreti per dimostrare la loro collaborazione nel piano di promozione sociale-economico, in ciò che si riferisce alla salute (maternità, mortalità infantile, malaria, tubercolosi), all'educazione, all'immigrazione e colonizzazione.

Sulla questione pastorale indicano degli elementi che possono arricchire una rinnovazione della Chiesa in Amazzonia.

La dichiarazione sottolinea l'importanza dei laici e soprattutto i movimenti dell'azione cattolica :

"In Manaus abbiamo capito molto bene il commento della Sacra Scrittura - Come è buono e bello stare insieme i fratelli.

Durante cinque giorni abbiamo pregato insieme, lavorato insieme, disposti ad intenti comuni.

Non ci siamo scoraggiati per le immense distanze che dobbiamo affrontare e neppure immaginarsi isolati.

Abbiamo una coscienza sempre più viva della nostra unità, nel corpo mistico di nostro Signore Gesù Cristo.

Percepiamo, in modo particolare, di testimoniare l'esempio di una perfetta unione tra di noi, rappresentanti ufficiali di Gesù Cristo, in Amazzonia.

Così facendo, realizziamo il desiderio di Colui che ci vuole uniti come LUI e il PADRE sono uniti, e il desiderio del suo Vicario nella terra, che è degnamente rappresentato, nel Brasile, a cui dobbiamo l'iniziativa dell'incontro regionale, in Amazzonia". (8)

(7) L. V. SENSBEEK E R. BARROS, Novos caminhos,cap. II , Editora Vozes, Rio Janeiro

(8) L. V. SENSBEEK E R. BARROS, Novos caminhos,cap. II , Editora Vozes, Rio Janeiro

 

III.2. Congresso eucaristico a Belém

Nel 1954 i vescovi si sono riuniti a Belém in occasione del Congresso eucaristico nazionale.

In tale ambito sono stati affrontati due temi principali: la situazione giuridica delle prelature e il rapporto della Chiesa con l'organo del governo "Sovrintendenza del Piano di Valorizzazione Economica dell'Amazzonia" (SPVEA).

Il secondo punto all'ordine del giorno non viene affrontato con proposte concrete, in quanto la SPVEA è nella sua fase iniziale e sarà ripreso nell'incontro del 1957, tenuto nuovamente a Belém.

Questo era, secondo i vescovi di allora, un modo per la Chiesa di collaborare direttamente con il governo a favore della gente dell'Amazzonia Legale.


La dichiarazione dei pastori è la seguente:

"Noi, arcivescovi, vescovi e prelati dell'Amazzonia, dopo di esserci riuniti, in Belém del Pará, dal 5 all'8 di novembre del 1957, in studio ed orazione, alla luce del Divino Spirito Santo, siamo arrivati alle seguenti conclusioni, raccomandazioni e voti.

Siamo consapevoli di vivere un momento di eccezionale interesse e gravità per tutti gli uomini e per i cristiani, in particolare per il comparire dell'era atomica; constatiamo il fenomeno della crescita vertiginosa della popolazione del mondo, e del risveglio della gente di colore e della crescita delle masse proletarie; sappiamo che la santa Chiesa, detentrice della promessa che non prevarranno contro di Lei le porte dell'inferno e vedendola moralmente prestigiata come nei suoi grandi momenti, ora che la regge sua santità il Papa Pio XII, ma vediamo, però, il comunismo ateo coprire più della metà del mondo e dare prove sconvolgenti del suo potere tecnico-bellico.

(...) vediamo il Brasile vivere giorni difficili e decisivi (...);

vediamo questo paese nella vigilia di raggiungere, nel mondo cattolico, il secondo posto in ciò che si riferisce al numero di circoscrizioni ecclesiastiche (...).

Dentro il Brasile, vediamo l'Amazzonia con 4.082.000 km. quadrati, 1.762.833 abitanti e le nostre prelature con un numero insostenibile, inaccettabile, assurdo, di appena 330 sacerdoti....

Chiediamo alla Santa Sede di aumentare le prelature affinché possa aumentare il personale nella evangelizzazione; vogliamo tentare nel prossimo quinquennio di dotare di mezzi a motore le nostre prelature, passo indispensabile per superare le immense distanze amazzoniche e il raggiungimento delle più svariate popolazioni; cercheremo di coprire radiofonicamente tutta l'Amazzonia nell'impegno eccezionale di educare la popolazione (...), dedicheremo un'attenzione speciale alla formazione dl clero indigeno, affinché possa esso stesso rispondere ai destini spirituali dell'Amazzonia".(9)


Durante il Concilio del Vaticano II i vescovi dell'Amazzonia si sono riuniti nuovamente a Belém, alla fine dell'agosto 1964.


Due anni prima il piano di emergenza dell'episcopato brasiliano aveva istituito pure il Segretariato Episcopale della regione nord, con sede a Belém e comprendente gli Stati del Pará e dell'Amazonas e i territori federali di Amapá, Roraima, Rondonia e Acre.

Nell'occasione avevano stabilito di:

  1. Fare un segretariato nazionale delle prelature

  2. Dividere il segretariato del nord in due: nord 1 e nord 2

Il tutto viene poi attuato il 6 maggio 1967.

Ecco alcuni stralci del documento dei pastori dell'Amazzonia:

"...Le caratteristiche della regione hanno dato origine ad un tipo di cultura interamente diversa dal resto del paese; benché primitiva, questa cultura è effettiva e peculiare...

Come la Chiesa affronterà questo mondo differente, con una popolazione mischiata di indios, avventurieri, affaristi, poveri del Nordest colpiti dalla siccità, lavoratori sottopagati? Come realizzare il compito evangelizzatore e condurre un'efficace azione pastorale? ...

Come difendere una società primitiva dalle nuove tecnologie? ...

Come creare e sostenere in queste regioni comunità della Chiesa? Come si deve sviluppare un'intensa catechesi, il movimento liturgico, formare un laicato adulto? Quale partecipazione della Chiesa nel loro sviluppo? La risposta è difficile. ..

Queste prelature sono nelle mani di Ordini, Congregazioni e istituti religiosi. I rapporti tra Istituti e prelati alle volte sono eccellenti ma altre volte provocano tensioni che pregiudicano il lavoro pastorale. In tutte le prelature ci sono appena 17 preti secolari..."(10)

__________

(9) L. V. SENSBEEK E R. BARROS, Novos caminhos,cap. II , Editora Vozes, Rio Janeiro pp. 35-37
(10) V. SENSBEEK E R. BARROS, Novos caminhos,cap. II , Editora Vozes, Rio Janeiro p. 39

 

III.3. Sinodo dell'Amazzonia 1972

Il 30 maggio del 1972 i vescovi delle regioni episcopali del nord I e II (Amazzonia) riuniti a Santarem (Pará) firmano un documento dove prendono consapevolezza della realtà in cui si trovano e manifestano le loro preoccupazioni.

Le scelte pastorali devono essere rette dai principi dell'incarnazione nella realtà e di una evangelizzazione liberatrice.


Quali sono le priorità al termine del sinodo?

  1. Formazione di agenti di pastorale: formare le persone che in maniera diretta o indiretta si vogliono impegnare seriamente nella vita della Chiesa, dando enfasi ai vari ministeri laicali. I vescovi sottolineano l'importanza di promuovere i laici locali, senza trascurare eventuali forze che possono provenire da altri luoghi. Danno le linee che si devono seguire nella specifica formazione, affinché possano garantire una spiritualità evangelica legata alla realtà. C'è pure un accenno alla formazione dei presbiteri che devono seguire il programma fatto dagli specifici Istituti.

  2. Comunità Ecclesiali di Base: la loro presenza è considerata indispensabile per la pastorale amazzonica.
    Rifacendosi al sinodo Latino-Americano di Medellin (1968) indicano i modelli con cui si devono attingere i principi per una formazione delle CEBs.
    Così vescovi e sacerdoti sono invitati a trasformare il modello tradizionale della parrocchia affinché risponda alle nuove realtà urbane e rurale.

  3. Pastorale indigena: la Chiesa nell'Amazzonia ha la consapevolezza di essere storicamente molto importante per la difesa dei popoli indios. Quindi sottolineano l'importanza del CIMI (Consiglio Indigenista Missionario), appena istituito in Brasilia, per una piena collaborazione a favore delle sue attività.
    I missionari siano preparati a svolgere una pastorale sempre più specifica.

  4. Viabilità e comunicazioni: qui i vescovi mostrano tutta la loro preoccupazione nella costruzione della stada transamazzonica e altre strade.
    Tutto porta ad una veloce trasformazione della realtà precedente.
    Le nuove colonizzazioni, i conflitti tra coloni e allevatori di bestiame nonché la minaccia al sistema forestale spronano ad una maggior presenza della Chiesa nelle nuove realtà.
    Desiderano promuovere anche equipes volanti, che abbiano facilità di spostamento da un luogo all'altro, più formazione e scambi di esperienze tra coloro che si dedicano a questo tipo di lavoro nelle varie prelature o diocesi e progetti che possano aiutare queste realtà emergenti.

Anche l'uso dei mezzi di comunicazione sono ritenuti importanti per mantenere un legame tra informazione e formazione.

I servizi in aiuto a tale priorità sono "l'organizzazione pastorale , la creazione di istituti pastorali e i mezzi di comunicazione sociale".

E terminano dicendo "In questo anno che il nostro amato Brasile raggiunge un secolo e mezzo di autonomia nazionale, sentiamo, più che mai, l'obbligo cristiano e patriottico di continuare a consolidare l'indipendenza del Paese, sotto tutti gli aspetti".(11)

Terminando i vescovi vogliono dare, in maniera indiretta al regime militare che è al potere, una risposta dell'importanza della Chiesa pure nel ruolo sociale.

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(11) L. V. SENSBEEK E R. BARROS, Novos caminhos,cap. II , Editora Vozes, Rio Janeiro p. 41

 


III.4. Sinodo dell'amazzonia 1997

Dopo venticique anni viene convocato un nuovo sinodo dei Vescovi dell'Amazzonia, nel quale sono ripresi gli impegni intrapresi a Santarem.

A Manaus, il 18 settembre del 1997, i vescovi sottoscrivono un documento dal titolo "A Igreja se faz carne e arma a sua tenda na Amazônia".

Sottolineano l'importanza di lavorare insieme, le due Conferenze Episcopali, per promuovere una pastorale organica per tutta l'Amazzonia.

Rilevano inoltre quanto si sentano sempre più solidali con la sofferenza dei popoli che lì vi abitano e con la stessa natura minacciata; chiedono perdono per le omissioni relativamente alla giustizia e alle violenze.

Però riconoscono che come Chiesa di Gesù devono lodare e ringraziare Dio per le tante benedizioni avute nella sua storia amazzonica.


Insistono, i vescovi della regione, sulla necessità di una Chiesa che possa avere un volto sempre più amazzonico.

In questo senso osservano come la Chiesa, discepola della Parola di Dio, debba dare testimonianza di dialogo, servire e difendere la vita di quei popoli, che sono numerosi (qui intendono non solo gli indios), e sia sorella della natura.


Nella prospettiva evangelizzatrice propongono una maggior inculturazione con le tante e complesse realtà che lì si trovano, un maggior impegno sociale per difendere la dignità dei popoli amazzonici, una formazione a tutto campo nell'intento di scoprire anche nuovi ministeri per la conduzione delle comunità e una teologia propria dell'Amazzonia.

Auspicano che queste prospettive evangeliche annuncino ai popoli il Vangelo di Gesù e del suo Regno, come vera liberazione.


Concludono i Vescovi:

"25 anni dopo l'incontro di Santarém, lo Spirito di Dio richiama pastori, agenti e militanti della nostre Chiese a un nuovo spirito di speranza. Nonostante viviamo in un'epoca dove i grandi progetti sono stati lacunosi, la nostra speranza non si basa solo nella pura realtà storica, ma nella promessa di Dio e nei suoi segnali per il futuro che accompagnano le parole che ci manda proclamare.
Crediamo nell'efficacia del valore evangelico, della comunione e partecipazione!...
Crediamo in un'Amazzonia giusta, solidale, fraterna e che genera vita!
Con la fiducia e la garanzia di Maria di Nazaret, patrona dell'Amazzonia, cantiamo lodi a Dio che fa meravglie nei piccoli, rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili"
. (12)

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(12) CNBBN I-II, A Igreja se faz carne e arma sua tenda na Amazônia, Documento da Assembléia dos Regionais Norte I e II da CNBB, 14-18 Setembro 1997 Manaus. p 14

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Apresentaçäo do livro " Homilética e comunicaçäo"Nova Igreja na Amazonia

Libro:" L'annuncio di Gesù Cristo nell'Amazonia Orientale"

 

 

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