L'ANNUNCIO
DI GESÙ CRISTO NELL'AMAZZONIA ORIENTALE
Aspetti storici e
prospettive pastorali
Gesù
era giunto nel territorio di Cesarea di Filippo, e
domandò ai suoi discepoli: "Chi dice la gente che
sia il figlio dell'uomo?".
Essi
risposero: "Per alcuni è Giovanni Battista, per
altri ancora Geremia o uno dei profeti".
Gesù
disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?".
Prendendo
la parola, Simon Pietro disse: "Tu sei il Messia,
il Figlio del Dio vivente". (Matteo, 16, 13-16)
PRESENTAZIONE
Cap.
I
CONTESTUALIZZAZIONE STORICA DELL'EVANGELIZZAZIONE
I Francescani, Gesuiti e altri ordini e la loro presenza
nell'evangelizzazione in America Latina e Amazzonia
Cap.
II
TESTIMONIANZA MISSIONARIA SULL'AMAZZONIA
Cap.
III
SINODI E DOCUMENTI ECCLESIALI DELL'AMAZZONIA
Cap.IV
INCHIESTA : CHI È GESÙ PER TE
Cap.
V
RIFLESSIONE SU : "CHI È GESÙ PER TE"
Cap.
VI
CONSIDERAZIONI ECCLESIALI PASTORALI
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
PRESENTAZIONE
L'evangelizzazione
nell'Amazzonia Orientale: come è stata e come viene
condotta, quali sono il suo presente e il suo futuro. È
naturale che per capire tutto questo bisogna conoscere
il suo passato di evangelizzazione, e quindi attraverso
una analisi storica cercherò di ricostruire le linee
maestre dell'operato missionario e, più in particolare,
rileggere la presenza dei Gesuiti, Francescani e di
altri "ordini" che hanno segnato
l'evangelizzazione in Amazzonia.
Tracciando
gli elementi essenziali e più significativi dell'opera
missionaria si intende ricostruire così quanto il
messaggio trasmesso sia rimasto fedele nel passaggio dai
comunicatori (missionari, sacerdoti e agenti di
pastorale) ai destinatari (I fedeli in generale). In
questo cammino di riflessione è utile includere la
testimonianza di evangelizzatori che hanno fondato delle
missioni, subito dopo la seconda guerra mondiale, in
quanto più recente a noi, al fine di osservare quale
obiettivo missionario si fossero prefissati, come e cosa
abbiano realizzato, le loro gioie e le loro frustrazioni
.
Nello
stesso ambito ho preso in considerazione documenti della
Chiesa in Amazzonia, in particolare i Sinodi di Santarém
e Manaus e delle lettere pastorali.
In
seguito, attraverso una indagine sociologica sul campo
di tipo stratificata intenzionale, metterò in evidenza
che cosa sia stato assimilato dalle persone e quanto non
ancora. Tutto ciò partendo dalla semplice domanda :
" Chi è Gesù Cristo per te? ", rivolta ad
esponenti di vari ceti sociali e gruppi religiosi. Si
tratta di una inchiesta realizzata nell' estate 2001 a
Belém, la capitale dello Stato brasiliano del Pará,
alle foci del Rio delle Amazzoni, insieme ai miei
studenti del primo anno di teologia dell'Istituto
Regionale di Formazione Presbiterale del Pará e Amapá,
Brasile.
Lo
studio è mirato ad analizzare come sia stato recepito
il messaggio su Gesù e quali differenze esistono, tra
gli stessi cattolici, nella recezione del messaggio, e i
cattolici con i fedeli delle altre confessioni e ceti
sociali.
E,
infine, a partire di questi dati emersi presento alcune
riflessioni teologiche con l'individuazione di possibili
piste ecclesiali-pastorali efficaci per la missionarietà
in un contesto religioso qual è quello dell'Amazzonia
Orientale.
Segue
una conclusione per ribadire l'importanza
dell'evangelizzazione, affinché aiuti a fare il vero
incontro con Lui, il Risorto, e per poi annuciarLo a
tutti e ovunque.
Chiudo
il tutto con la bibliografia, utili strumenti di
approccio allo studio, e per qualsiasi ulteriore
approffondimento.
Cap.
I
CONTESTUALIZZAZIONE
STORICA DELL'EVANGELIZZAZIONE
I
Francescani, Gesuiti e altri ordini
e la loro presenza nell'evangelizzazione in America
Latina e Amazzonia
I.1
Francescani
I.2 I Gesuiti
I.3 Francescani e Gesuiti
I.4 L'indipendenza del Pará e Cabanagem
I.5 Missionari per il Brasile
I.1
Francescani
I
primi missionari ad arrivare in Amazzonia sono stati i
Francescani Cappuccini della Provincia di Sant'Antonio
di Lisbona. Essi sbarcarono a Belém nell'anno 1617 e
nel 1626 edificarono il primo convento. (È bene
ricordare che nel frattempo il papa Gregorio XV, nel
1622, aveva istituito il nuovo Dicastero de
Propaganda Fide, con l'obiettivo di annunciare il
Vangelo alle genti fuori dell'area del mondo cristiano).
Belém
è diventata la base per poter muoversi in tutta la
vasta regione amazzonica orientale.
I
primi contatti con le popolazioni autoctone furono con
gli indios tucuius, lungo la sponda sinistra del fiume
Amazzonia.
Queste
terre, nel 1637, vengono riunite nella Capitania del
Capo Nord, affidata a Bento Maciel Parente.
In
questo lavoro di evangelizzazione i missionari erano
totalmente e direttamente sostenuti dal governo
portoghese.
Il
governo lusitano garantiva una maggior protezione dalle
possibili invasioni degli olandesi, francesi e inglesi e
riteneva così di frenare pure la diffusione del
protestantesimo.
Nel
1624, il capitano-maggiore de Souza d'Eça, nominato
governatore del Gran Pará, prima di partire per Capo
Nord propose al governo di portare con sé alcuni
Gesuiti.
La
richiesta fu bocciata con la motivazione che in quella
regione già c'erano religiosi di altre congregazioni.
Quindi
il nuovo governatore venne accompagnato dai Francescani,
e tra essi c'è fra' Cristoforo da Lisbona, con la
patente ecclesiastica di "1° Custode del
Nord" e commissario del santo Ufficio e della
"Tavola di coscienza nella Prelatura
Ecclesiastica".
Fra'
Cristoforo, come suo primo atto, dando continuazione al
decreto Reale del 15 maggio del 1624, proclamò la
liberazione di tutti gli indios fatti schiavi dai coloni
portoghesi.
A
partire da quel momento i coloni reagirono e
considerarono i Francescani come loro nemici.
Il lavoro missionario dei frati è stato orientato in
tre direzioni:
-
"Supervisionamento".
I missionari quando incontravano tribù o famiglie
che erano molestate dai coloni, o individuavano
delle "amicizie pericolose" con
commercianti, li convincevano a migrare in altri
villaggi che gli stessi missionari avevano
organizzato lungo il fiume.
-
"Visite
di catechesi", realizzate di tanto in tanto
nei villaggi degli indios, considerati amici. La
base dei missionari era la città di Belém o le
fortezze che furono costruite nelle parti più
interne del territorio.
-
"Assistenza
permanente".. Data dai padri che
risiedevono nei villaggi indios, in quanto avevano
accettato la "soberania portoguesa" e i
regolamenti dei religiosi.
Dopo
i Cappuccini, nel 1626, sono giunti a Belém i
Carmelitani che hanno ricevuto in donazione una casa
dallo stesso Bento Maciel Parente.
I
Gesuiti arrivano nel 1636, i Francescani della Pietà
nel 1693.
Il
4 marzo del 1720 il papa Clemente XI, con la bolla
Copiosus in misericordia, eresse la diocesi di S. Maria
di Belém do Grão Pará, dismenbrandola dal vescovado
del Maranhão e assogettandola alla Sede Metropolitana
di Lisbona.
Il
22 luglio del 1821 è stato creato il Vicariato Generale
del Basso Amazonas con la sede in Santarem.(1)
________
(1)
A. RUBERT, A igreja no Brasil - Expansão territorial e
absolutismo estatal (1700- 1822) Vol. III, Editora
Pallotti, S. Maria RS 1988 pp. 95-107
I.2 I Gesuiti
Nel
1636 arrivò a Belém da S. Luis del Maranhão il primo
padre gesuita, p. Luiz Figueira.
Rimase
poco tempo a Belém e, dopo aver visitato Gurupà,
nell'estuario del fiume Amazzonia, proseguì per
Lisbona. Intanto cominciava a indebolirsi la proibizione
per i Gesuiti nel Gran Parà, e così il 20 aprile 1643,
p. Figueira a capo di una spedizione di 14 confratelli
partì da Lisbona. La nave che li portava naufragò
nelle vicinanze dell'isola Caviana, all'ingresso del
fiume Amazzonia.
Sopravvissero
solamente 3 sacerdoti e 2 fratelli. Era il 3 luglio del
1643. Sembra che questo evento stimolò una presenza
ancor più massiccia nell'Amazzonia Orientale.
Nel
1652 approdò a Belém un certo p. João de Souto Mayor
che fondò il Collegio S. Alessandro, in seguito
divenuto seminario diocesano.
A
partire da quella data i Gesuiti diventarono
protagonisti di primo piano nell'evangelizzazione del
Capo Nord.
Generalmente le loro spedizioni di annuncio del Vangelo
erano accompagnate dai militari portoghesi: vi era un
primo contatto di spedizione e poi un insediamento della
missione.
I
Gesuiti si sono mostrati molto più rigidi dei
Francescani con i coloni che sfruttavano la mano d'opera
degli indios, tanto che nel 1660 c'è stata la loro
prima espulsione, dovuta all'intolleranza dei coloni e
alla cattiva amministrazione dei governanti.(2)
________
(2)
S. LEITE, História da Companhia de Jesus, Tomo 3,
Imprensa Nacional Rio de Janeiro 1943 pp. 205-253
I.3
Francescani e Gesuiti
L'
1 aprile del 1680, Dom Pedro II permette ai Gesuiti di
ritornare al Pará. P. Vieira scrive poi immediatamente
al Superiore dei Gesuiti del Maranhão chiedendo l'invio
di p.Pfeil, insigne geografo e cartografo, affinché si
pocedesse alla realizzazione di una mappa di tutta la
regione del Capo Nord.
Assieme a p. Luiz Conrado Pfeil giunsero p. Luiz Gonçalvi,
vice superiore dei Gesuiti del nord Brasile (allora Gran
Pará e Maranhão), e il fratello missionario Manuel
Zuzarte, i quali fondarono una missione di nome "Tabanipixy",
regione dei laghi al nord del fiume Araguary (oggi lo
Stato dell'Amapá).
Nel frattempo il re di Portogallo voleva imporre la sua
sovranità nelle regioni del Nord sotto il loro dominio,
regioni che però erano costantemente invase dai
commercianti e missionari francesi e pensò, così, di
usufruire dei Gesuiti in qualità di "truppe di
difesa".
Il
21 dicembre 1686 il re portoghese autorizzava Gomes
Freire, Gran Capitano del Maranhão e Gran Pará, ad
assegnare ai Gesuiti le terre del Capo Nord, lasciando
ai Francescani tutta l'area tra il fiume Araguary e il
fiume Amazzonia.
Il
3 giugno del 1687 i padri Antonio Pereira, proveniente
dal Maranhão, e Bernardo Gomes, pernambucano, si
stabilirono definitivamente nella regione del Capo Nord,
risiedendo in un'isola del lago Camonixary ed iniziarono
così la loro missione.
Dopo
poco tempo, i primi giorni di settembre del 1687, un
gruppo di indios, manipolati ed istigati da commercianti
francesi, massacrarono i due padri mentre uno stava
celebrando la Messa e l'altro assisteva.
Padre Pfeil, venuto a sapere del triste fatto, si recò
sul luogo, recuperò i loro corpi per portarli a Belém
dove furono celebrati solenni funerali e le spoglie
sepolte nella Chiesa di S. Alessandro. Era il 2 ottobre
del 1688.
I Gesuiti, nel XVII secolo, hanno portato a termine
anche varie missioni di contatto con gli indios lungo il
fiume Jary, ed in seguito li hanno portati ad abitare
nel villaggio di Curuçá.
Nel 1701, Dom Pedro II ordinò che le Missioni dello
Jary fossero consegnate ai Francescani, permettendo, però,
che i compiti più difficili fossero affrontati con il
sostegno dei Gesuiti.
Tra
il 1709 e il 1710 fu compito dei Gesuiti, tra i quali il
p. Antonio da Cunha, convincere gli indios waiampins e
mocuras, situati nell'alto Jary, a rompere l'amicizia
con i francesi.
La
missione diede buon esito e i religiosi li convinsero a
trasferirsi nel basso Jary.
Dom José I, nominato re del Portogallo nel 1750,
sceglie, come suo ministro di fiducia, Sebastião José
Carvalho de Melo, marchese di Pombal, il quale sostiene
una politica fortemente laicale per le Colonie.
Le
conseguenze sono immediate.
La
nomina di suo fratello, Francisco Xavier de Mendonça
Furtado, il 24 settembre del 1751, a governatore del
Gran Pará, comporta l'ostracismo verso i missionari.
Il
22 ottobre del 1757 riesce ad espellere da quelle terre
ben 20 religiosi.
Con l'espulsione dei missionari, in particolare dei
Gesuiti, termina, per quanto riguarda l'evangelizzazione
e il processo di civilizzazione, il ciclo degli ordini
religiosi.
D'ora
in poi il vero protagonista sarà il governo civile, che
affida ai missionari il ristretto ruolo di
"amministratori della religione" e oltre a ciò
non possono andare.
Il
missionario sarà solamente un responsabile del servizio
religioso e non potrà più preoccuparsi
dell'amministrazione o dell'organizzazione della vita
civile.
I superiori degli ordini religiosi sono diminuiti di
potere, in quanto la disciplina ecclesiastica sarà,
d'ora in poi, amministrata direttamente dal vescovo.
In
questo caso è al vescovo di Belém che devono
sottostare.
A seguito dell'espulsione dei Gesuiti e
dell'allontanamento dei religiosi Francescani della Pietà,
e per la decadenza di molti ordini religiosi che avevano
missioni nell'Amazzonia, in particolare i Carmelitani e
Mercedari, sono rimasti vuoti tanti posti, che i vescovi
locali non sanno come riempire con la sola presenza del
clero locale, che tra l'altro era molto ridotta.
La
loro opera evangelizzatrice si concentra soprattutto
nella difesa degli indios, nella costruzione di villaggi
propri, nell'alfabetizzazione, nell'assistenza sanitaria
e nella catechesi.
Il secolo XVIII è stato quello che ha visto il maggior
incremento di confraternite laicali, soprattutto di
gente di colore, con il riconoscimento dello stesso re.
Avevano
persino il potere di amministrare gli stessi beni che
provenivano dal luogo di culto e amministrare opere.
Questa
emancipazione non era visto di buon occhio dagli stessi
vescovi, perché non alimentava uno spirito ecclesiale,
bensì uno spirito imprenditoriale e materiale.(3)
Il 31 di ottobre 1751 il governatore, Francisco Xavier
de Mendonça Furtado, invia una spedizione di militari
comandata dal colonello João Batista de Oliveira, il
sacerdote Miguel Anjo de Moraes e un gruppo di famiglie,
nel margine sinistro del rio Amazonas con lo scopo di
fondare un villaggio di nome Macapá.
Questo
avviene a causa della preoccupazione nei riguardi dei
francesi, che si infiltravano lungo il territorio del
Capo Nord di loro appartenenza.
Edificare
dei villaggi lungo questa area un po' sperduta diventa
un modo per contrastare l'avanzata francese.
Però molte difficoltà sorgono, in particolare, in
relazione alla salute dei primi abitanti.
Lo
stesso Mendonça Furtado, partendo da Belém il 24
febbraio 1752 per un viaggio di ispezione nella nuova
città (dove arriva il 7 marzo dello stesso anno),
rimane inorridito nel vedere tanta miseria e malattie.
Nello stesso anno, 1752, Macapá diventa parrocchia e p.
Miguel Anjo de Moraes il suo primo parroco. Dopo due
anni il governatore edifica una grande capella, dove il
parroco può amministare i sacramenti ai suoi fedeli.
_________
(3)
A. RUBERT, A Igreja no Brasil - Expansão territorial e
absolutismo estatal (1700- 1822) Vol. III, Editora
Pallotti, S. Maria RS 1988 pp.221-230
I.4
L'indipendenza del Pará e Cabanagem
La
società amazzonica era formata da militari, fazendeiros,
pubblici ufficiali e intellettuali strettamente legati
all'Europa.
Il
clero della regione partecipava attivamente alla vita
locale.
Il
contingente di schiavi neri, mulatti e meticci, è molto
consistente, oltre la massa di indios tapuios che sono
stati integrati nella società.
Nel
1833 si calcola che la popolazione libera del Gran Parà
sia di 119. 677 anime, delle quali 32.751 indios, mentre
si calcola che vi erano ancora 29.977 schiavi.
Non
vi sono in questi calcoli i meticci che probabilmente
sono di più di quelli degli africani e degli indios. La
popolazione bianca è la minoranza della regione.
Le insoddisfazioni generalizzate contro il regime
monarchico portoghese, i negri che reagiscono alla
schiavitù fuggendo nei chilombo, gli operai che si
irritano contro il servizio militare non retribuito e le
tasse contestate dai produttori caratterizzano il quadro
sociale, peraltro in trasformazione.
Vi
è un grande desiderio di libertà maturato dalle idee
provenienti dall'Europa, in primo luogo dalla
rivoluzione francese, e dagli Stati Uniti, dov'è stata
combattuta la guerra d'indipendenza.
Il
seminario di Belém diviene epicentro di queste idee di
libertà, facendo dei sacerdoti e giovani seminaristi i
principali leaders di contestazioni.
Il 6 e 7 di gennaio 1835 scoppia la ribellione dei
cabani che conquistano Belém.
Una
lotta cruenta che fu repressa l'8 maggio del 1836.
Il
vescovo, mons. Romualdo, si prodiga visitando tutta la
regione e invitando alla pace; si impegna arduamente
affinché i sacerdoti non restino coinvolti nel
movimento rivoluzionario e nei partiti politici.
Grazie
al suo grande carisma si evita il peggio per la città
di Belém, ma alcuni sacerdoti decidono comunque di
partecipare attivamente al movimento rivoluzionario
cabano, mentre altri oppongono una forte resistenza al
movimento schierandosi a favore del governo di allora.
Dopo
la sconfitta di Belém, i rivoluzionari si ritirano
nell'interno dell'Amazzonia, dove vengono sgominati dai
popoli indios nel 1840 a Maués, nell'attuale stato di
Amazonas.
I.5 Missionari per il Brasile
La
Chiesa in Brasile pian piano si allontana dalla
monarchia e si avvicina di più al Papa e alla sua Curia
e, a partire dal 1840, il Papa invia missionari al
Brasile.
Nel
1843 arrivano i Cappuccini italiani nel Maranhão e nel
Pará, e dal 1844 sono presenti pure nel Tapajós, dove
hanno forti scontri con i commercianti che sfruttano gli
indios.
A
Roma viene fondato un collegio "Pio
Latino-americano"(1858), per la formazione dei
futuri sacerdoti latino-americani.
In
effetti i primi seminari nell'Amazzonia orientale sono
stati fondati a Belém nel 1754 e nel 1846 a Obidos.
Nel 1870 i Francescani ritornano in Brasile e si
dedicano agli indigeni dell'Amazonas.
L'Amazzonia
accoglie missionari non più portoghesi, bensì
italiani, belgi, francesi, tedeschi, olandesi,
austriaci, nord-americani..., come pure le missionarie
religiose di varie nazionalità.
Sono
accolti dai liberali, repubblicani e persino dai massoni
che erano al potere e avevano bisogno di persone
disponibili per i servizi agli ospedali, lebbrosari,
collegi, orfanotrofi, scuole di arte e mestieri e
missioni fra gli indios. (4)
Il cattolicesimo si centralizza soprattutto attraverso
l'intensificarsi della catechesi e dei sacramenti
(obbligo della confessione, il matrimonio cattolico e le
comunioni).
Era
importante purificare le espressioni popolari del
cattolicesimo, considerate superstiziose, contornate da
molta ignoranza religiosa, poco dottrinali e molto
devozionali.
I
nuovi missionari cercano di controllare la religione
tradizionale del popolo, togliendo l'autonomia dei laici
nelle confratenite e cappelle, e dirigendo i centri di
devozione, quali i santuari, per purificare gli abusi.
Introducono
inoltre altre devozioni alla pietà popolare,
principalmente quella della Madonna, del Sacro Cuore di
Gesù e di S. Giuseppe.
Nel
1700 inizia la devozione della Madonna di Nazaret che si
concretizzerà con la prima processione del Cero di
Nazaret a Belém l' 8 settembre 1783.
Tutt'ora
questa devozione è quanto mai viva e presente fra il
popolo. Anzi, forse la gente può mettere in secondo
ordine la Pasqua o il Natale, ma la festa della Madonna,
nella seconda domenica di ottobre, è quella più
seguita.
Il protestantesimo missionario nel 1860-1862, che ebbe
il sostegno della massoneria rappresentata da Tito
Franco, padrone del giornale Diário do Grão Pará,
viene fermamente combattuto dal vescovo dom Macedo Costa
che chiede esplicitamente alla gente di consegnare le
Bibbie e libretti distribuiti dai protestanti.
Inizia
una campagna in difesa del cattolicesimo facendo
pubblicare una Storia Sacra e istituendo il mese di
Maria.
Però
ci sono i sacerdoti Eutiquio Ferreira Rocha e Ismael
Ribeiro Nery (massoni) che sostengono i protestanti per
opporsi al vescovo Macedo.
Le missioni dei protestanti in Amazzonia hanno anche
l'appoggio del deputato Alagoano Aureliano Candido
Tavares Bastos, che li sosteneva affermando che
sarebbero di grande aiuto per lo sviluppo del paese. Nel
1911 i battisti scozzesi Gunnar Vingren e Daniel Berg
fondano la Assemblea di Dio in Belém, la quale poi si
diffonderà per tutta l'Amazzonia e il Brasile. Sua
caratteristica fondamentale è una deflagrazione di
parole e l'esaltazione della prosperità della vita. (5)
__________
(4)
JOÃO SANTOS, "A romanização da Igreja católica
na Amazônia", (1840-1880) in "CEHILA,História
da Igreja na Amazônia,Vozes 1992";CEPEHIB, Dom
Antonio de Macedo Costa, in cadernos de história da
Igreja, Loyola 1982
(5)
D. G. VIEIRA, O protestantismo, a maçonaria e a questão
religiosa no Brasil, Brasília 1980 E.CONDE, História
das Assembléias de Deus no Brasil, Rio de Janeiro 1960
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