AUDITEL
L'auditel
è il termometro della nostra società nella quale
trionfa un materialismo sfrenato. Le sue indicazioni
nascono dal consumismo che oggi è diventato un momento
chiave del mercantelismo inarrestabile. Esso è uno
strumento determinante nella progettazione e
realizzazione della cultura multimediatica attuale.
Che cosa comporta tutto ciò?
Il privilegiare gli aspetti sensazionalistici nella
trasmissione dei programmi si propongono di tenere alta
la quota di indice di ascolto. In questo modo viene
garantito il funzionamento discutibile dei meccanismi
pubblicitari i quali costituiscono un elemento
determinante della cultura audiovisiva odierna. Occorre
invece generare nel consumatore non una prevalente
inclinazione emotiva, ma avviare soluzioni che possono
far leva anche sulla ragione. Ne consegue che il
destinatario attuale finisce di essere squilibrato, in
quanto prevale inconsciamente
( forse consciamente) un' attitudine esclusivamente
emotiva-sentimentale. È inevitabile che tale indirizzo
abbia come conseguenza la formazione più che di essere
umani dei mostri. Questo deprecabile punto d'arrivo ha
naturalmente, come tutti sanno, dei responsabili, nei
confronti dei quali noi, missionari, puntiamo il dito
dimostrando che non siamo una semplice merce in quelle
poche volte che siamo chiamati in causa, anzi, forse,
potremmo essere capaci di contrastare la diffusione di
mostri.
Di fronte a questa constatazione occorre che l'auspicio
formulato dal mondo missionario è di salvaguardare
l'opera umana attraverso una partecipazione non tanto
sensazionalistica, ma costruita secondo le categorie
della cultura cristiana. Ciò impegna ad un lavoro
soprattutto di ascolto, e in particolare di coloro che
non hanno voce.
p.Claudio
Pighin
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