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UOMINI O MACCHINE?

Il valore della vita e il potere della tecnologia
nella cultura, nella comunicazione sociale
e nel cinema del terzo millennio

In questo mio contributo ritengo utile presentare, più che una riflessione generica da mass-mediologo, la mia esperienza missionaria nel campo specifico del mondo della comunicazione in Amazzonia - Brasile.


Anche lì la nuova tecnologia condiziona tutti i settori della vita. Soprattutto il mondo audiovisivo è tale da trasformare i concetti stessi della vita che si rapporta con tempi e spazi nuovi.

Promuove una dinamica di informazioni e conoscenze sempre maggiori riducendo però l'azione dell'essere umano ad uno spazio sempre più ristretto. È un processo che determina una sempre maggiore dipendenza dagli strumenti tecnologici e chi non si adegua è tagliato fuori dal contesto sia locale che mondiale. Per molte società, ad esempio, oggi la persona è importante se appare nei mass-media.
I concetti di tempo e spazio sono cambiati, in qualche modo tradotti in simultaneità e partecipazione.

L'immaginario oggi è molto più sviluppato, per cui il modo di pensare e parlare sono filtrati da una grande emotività e razionalità immaginativa.

Come capire il mondo dell'immaginario prodotto dalla nuova tecnologia?

Per rispondere a questa domanda proponiamo l'esperienza della PASCOM (Pastorale della Comunicazione Sociale), che ha come obiettivo la creazione di una mentalità comunicativa nella Chiesa. Non si preoccupa di fare una pastorale dei mezzi di comunicazione (senza perciò cadere nella tentazione di aumentare i mass-media nell'illusione di potenziare la comunicazione), ma di andare ben oltre e di preoccuparsi del processo comunicativo come un tutto. E allora ci si chiede se le nostre attività o partecipazioni ecclesiali siano propriamente comunicative, cioè se si stia veramente comunicando o, semplicemente, si stiano emettendo suoni e parole?

La nascita della PASCOM Nord 2 è stata preceduta da un'analisi della realtà esistente nelle 13 diocesi della CNBBN2 (Conferenza Nazionale Episcopale Brasiliana Nord 2) e, una volta eleborato un quadro generale, si è messo a punto un progetto poi sottoposto ai Vescovi della regione amazzonica.
Il piano approvato per una durata di tre anni aveva l'obiettivo di istituire la PASCOM in tutte le diocesi.

Ogni fine anno si faceva la verifica per vedere se si stava camminando nella giusta direzione e garantire così l'obiettivo finale prefissatoci.

Al termine del triennio, costituita l'equipe diocesana, ad essa è stato affidato l'incarico di organizzare le varie equipe parrocchiali.

Uno degli ambiti di attività della PASCOM è stato ed è quello di accrescere nelle persone la capacità critica nel recepire i messaggi veicolati attraverso i grandi mezzi di comunicazione e, tra questi, soprattutto il mondo televisivo. Da un punto di vista metodologico, si ricorre a corsi pratici sul come "guardare" i programmi televisivi. A questo riguardo vale ricordare quanto accaduto alcuni anni addietro nella città di Macapá (capitale dello Stato amazzonico di Amapá), dove è stato tenuto un corso di analisi di una puntata di una telenovela della Rete Globo con un gruppo di leader giovanili. Il periodo di formazione ha avuto una durata di circa 4 mesi e, alla fine, una ragazza ha spontamente affermato con le parole evangeliche: "è come se mi fossero cadute le squame dagli occhi". Con ciò intendeva dimostrare quanto proficuo fosse risultato il metodo impiegato e il salto di "qualità" effettuato grazie al corso. Tutti i partecipanti si sono quindi dichiarati soddisfatti concordando con la ragazza. Hanno in proposito affermato di aver acquisito gli strumenti necessari per essere padroni di se stessi e non più dominati dai programmi televisivi: si sentivano liberi.


La PASCOM ha anche l'obiettivo di conciliare nella vita pastorale i linguaggi emotivi con quelli razionali. Un riuscito esempio di questa sinergia è stata la realizzazione di una "televisione dal vivo" in una piccola chiesa della località di Abaetetuba (Amazzonia Orientale). La comunità aveva percepito che nella sua chiesetta di legno i fedeli diventavano sempre più passivi nei momenti di preghiera comunitaria. Allora, partendo dal presupposto che l'errore risiedesse nel modo di comunicare, hanno deciso di costruire un finto schermo televisivo alla destra dell'altare ricavando un'apertura rettangolare dalla parete. Applicando un vetro, due tendine e posizionando una luce di fondo hanno completato lo schermo fittizio. La domenica successiva hanno iniziato a "trasmettere", in coda alla liturgia, gli atti conclusivi come se fossero stati inseriti in un programma televisivo. Il risultato di tale iniziativa è stato immediato: la gente rimaneva evidentemente soddisfatta fino alla chiusura dell'incontro di preghiera senza "scappare" come avveniva in precedenza. Ciò dimostra come l'attenzione al metodo consenta di ovviare alle problematiche comunicative stimolando la partecipazione e la creatività nel far passare i messaggi.


Si può, pertanto, concludere che se nel passato il centro del pensare erano la Chiesa e le strutture agglomeranti (mercato, piazza, municipio e così via), oggi questo sembra essersi trasferito nei mezzi di comunicazione sociale. Tale spostamento ha provocato, tra i vari effetti, una maggiore dipendenza dell'essere umano.
Inoltre la nuova cultura prodotta dalla tecnologia rimane di fatto sconosciuta ai più. Quali sono le conseguenze, allora? Sono in effetti simili all'esplosione occorsa il 27 novembre 2001 in una strada di Roma, via Ventotene, a causa di una perdita di gas. La mancanza di una `diagnosi' adeguata del problema, cioé della fuoriuscita del metano, e del necessario intervento specialistico hanno dato luogo ad una tragedia. È simile a quanto può accadere all'essere umano quando non riesce più ad essere padrone del suo pensare. Sarà una persona sottoposta come a dei traumi in grado di renderla totalmente instabile.
Quindi, secondo me, urge conoscere di più questa nuova tecnologia e la sua cultura, ad esempio alla stregua della PASCOM, per difendere sempre l'opera prima, per fare sì che l'essere umano abbia sempre più vita.


Prof. Claudio Pighin
Direttore Centro Comunicazioni Sociali
della Pontificia Università Urbaniana

 

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